mercoledì 31 ottobre 2012

Diciottesimo episodio: Il gusto dell'avventura.

Questa storia è un omaggio all'avventura, alla fine di un'epoca e l'inizio di un'altra. Il personaggio di Bartolomeo de' Casati Scuri, mai esistito nella realtà, è ispirato ai tanti capitani di ventura italiani che fecero la loro fortuna soprattutto tra il 1300 e il 1400. Il termine stesso condottiero, viene dalla condotta, ovvero il contratto stipulato dalle compagnie di ventura con il governo dal quale erano assoldate.
L'ultimo grande capitano fu Giovanni dalle Bande Nere, che nel 1526 con i suoi ( pochi) uomini quasi fermò la discesa dei lanzichenecchi verso Roma.
Con il passare del tempo il mestiere cadde in disuso, e già tra la fine del cinquecento e l'inizio del seicento, cioè quando è ambientata la nostra storia, la figura del capitano di ventura era quasi praticamente scomparsa dagli eserciti europei.
Rimasero alcuni grandi figure di condottieri come Ambrogio Spinola o Raimondo Montecuccoli, anche se con caratteristiche diverse rispetto ai capitani di ventura classici.
Scegliere come protagonista un uomo fuori dal suo tempo, prigioniero di un passato che non esiste più, è un vecchio trucco narrativo, sempre utile per ottenere quel tocco di romanticismo fondamentale per sottolineare ancora di più il gusto dell'avventura. Buona lettura.

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