Michelangelo, a seguito dell'episodio precedente, è costretto alla ricerca del manoscritto del De Tribus Impostoribus, libro di cui abbiamo parlato nel post precedente. Questa storia è tutta ambientata nel fiorente mondo degli stampatori veneziani.
La Serenissima repubblica, con le sue garanzie di libertà d'opinione, costituiva l'humus ideale per pubblicare libri e testi di tutte le provenienze. Da quando nel 1455 Gutemberg aveva dato alle stampe la sua Bibbia, il suo nuovo metodo di produzione culturale era letteralmente esploso. Già all'inizio del XVI secolo si teneva importanti fiere del settore, tra cui quella di Francoforte, la cui tradizione continua ancora oggi. A Venezia, tra la fine del '400 e l'inizio del '500 fu attivo Aldo Manuzio, considerato forse il primo editore moderno e padre fondatore dell'Accademia Aldina, centro nevralgico della cultura umanistica veneziana. Alla sua morte, avvenuta nel 1515, la sua stamperia passò al figlio e poi dal nipote, fino al 1590. A quest'ultimo è chiaramente ispirato il personaggio di Manurio: con una piccola licenza poetica lo abbiamo fatto morire due anni dopo. Lo stesso criterio è stato usato con l'Accademia Aldina, mantenuta in vita un po' più della realtà e affidata alle cure dell'immaginario Terenzio Pallotta. Abbiamo quindi due personaggi di fantasia per un'istituzione di cui ancora si può osservare la targa commemorativa.
Questa piccola forzatura ci consente di restituire il senso di quello che era Venezia allora, in termini di produzione culturale. D'altronde, lo scopo di questa serie è di intrattenere e incuriosire; per ottenere questo effetto a volte si può leggermente modificare la Storia ufficiale, mantenendo però sempre lo spirito e l'atmosfera dell'epoca.
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