giovedì 29 agosto 2013

Caravaggio 40: Il volto del diavolo

Un episodio dedicato al mondo dell'occulto, tema che ci è caro e che abbiamo già sfiorato in altre storie. Il tentativo è quello di cercare di ricostruire una percezione della realtà diversa da quella moderna: all'epoca di Michelangelo, infatti, magia e scienza erano percepite esattamente come la stessa cosa.
La Clavicula Salomonis, il libro a cui facciamo riferimento, è la crasi di due testi realmente esistenti: la Chiave di Salomone, o Clavis Salomonis, e la Piccola Chiave di Salomonis, o Legemeton Clavicula Salomonis. Il primo è un testo di magia Medievale, il secondo è del XVII secolo. Si tratta di due grimori, ovvero raccolte di incantesimi. La datazione dei testi è incerta, soprattutto la Piccola Chiave è piena di materiale risalente al Trecento. Non siamo stati gli unici a citare questi testi all'interno di una storia: anche Valerio Evangelisti, nel suo il Castello di Eymerich ha citato la Piccola Chiave, nonostante il romanzo sia ambientato nel XIV secolo.
Anche i pentacoli sono ispirati a incantesimi di evocazione, che richiedevano appunto l'usa di un pentacolo. La formula del rituale è invece una citazione letteraria: è contenuta nel racconto di H.P. Lovercraft L'orrore di Dunwich. Lo scrittore di Providence è un autore che ci è particolarmente caro, ed è inoltre un enorme fonte di ispirazione per storie dai toni foschi. Evitate dunque di ripetere la formula a voce alta, o vi ritroverete davanti al volto del diavolo...


giovedì 22 agosto 2013

Caravaggio 39: Attenti al Lupo

Seconda e ultima parte dell'episodio. Come accennavo nel precedente post, Il luparius non è una figura di nostra invenzione. Si tratta di una professione antichissima, risalente addirittura ai tempi di Carlo Magno. Si trattava di cacciatori specializzati, capaci di imitare alla perfezione l'ululato del lupo. Una tradizione dura a morire: il grande sociologo contemporaneo Alfonso M. Di Nola afferma di averne incontrati alcuni nei paesi del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Le citazioni però non finiscono qui: l'intera storia è infatti chiaramente ispirata ad un capolavoro del cinema americano, ovvero lo Squalo. D'altronde, il film di Spielberg è basato su un archetipo narrativo, la sfida dell'uomo alla natura, con cui tutti gli autori finiscono presto o tardi per cimentarsi. E poi, si tratta di un classico dell'estate, per cui abbiamo pensato di regalarvi qualche brivido sotto l'ombrellone. Buona caccia, ma mi raccomando, state Attenti al lupo...



venerdì 16 agosto 2013

Caravaggio 38: Attenti al lupo

Un doppio episodio dedicato al lupo, animale simbolo per eccellenza della città di Roma. Come ricorda il grande sociologo Alfonso di Nola, il lupo è stato il nemico numero uno dell'uomo nella storia del mondo occidentale e come tale è stato scacciato dalle campagne e dai boschi e costretto a rifugiarsi sui monti. Nonostante tutto questo, però, è ancora oggi presente sul territorio italiano, e durante la nevicata del 2012 sono stati avvistati alcuni esemplari alle porte della città Eterna, nel parco dei Castelli Romani. Per questo, tornando alla fine del XVI secolo è possibile immaginare un lupo che spinto dalla fame abbia cominciato a mietere vittime all'interno della città. In questa avventura Michelangelo sarà aiutato da un Luparius, antica figura della tradizione abruzzese che spiegheremo nel dettaglio all'uscita del prossimo episodio, in edicola tra una settimana. Nel frattempo, cercate di stare attenti al lupo...


giovedì 8 agosto 2013

Caravaggio 37: Facce


L'episodio di questo numero è dedicato alla frustrazione dei primi anni romani di Michelangelo. Sulla vita di Merisi, come abbiamo già scritto, ci sono poche informazioni certe, ma è soprattutto in questi anni che si concentrano i maggiori dubbi. Certamente lavorò presso la bottega di Antiveduto Gramatica. Di artistico ci doveva essere ben poco, anche se probabilmente aveva solide basi economiche. All'epoca infatti Roma poteva offrire gloria e ricchezza ai più grandi artisti, ma soprattutto fame e povertà a quelli che non riuscivano ad emergere, che erano la maggioranza. Michelangelo però era destinato a grandi cose e per sua natura non era un uomo capace di accontentarsi... Per questo abbiamo provato ad immaginare cosa significavano per lui tutte quelle facce che era costretto a ritrarre...